La Valle d'Itria, è un territorio della Puglia centrale si trova tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, per antonomasia, la Valle d'Itria è la valle dei trulli, la cui capitale è Alberobello detta anche la "città dei trulli".
La storia di questa città risale alla seconda metà del XVI e non è priva di leggende e curiosità... leggete un po'!
La storia di questa città risale alla seconda metà del XVI e non è priva di leggende e curiosità... leggete un po'!
Sono sempre stata curiosa di fare una vacanza o visitare Alberobello, luogo di cui ho letto sui libri e sentito parlare in Tv, meta ogni anno di turisti da ogni parte del mondo e di scolaresche provenienti da ogni zona d'Italia, che giungono in questo luogo proprio per ammirare i trulli, costruzioni antichissime nate per gli abitanti del luogo come rifugio/abitazione e per conservare prodotti agricoli.
Il borgo nasce nel XV secolo per opera degli Acquaviva - D’Aragona, conti di Conversano, in una zona occupata da una foresta di querce (Silva Arboris Belli). La nobile famiglia degli Acquaviva, per popolare, coltivare ed edificare questo vastissimo territorio decise di concedere ai contadini immunità, vantaggi particolari, facilitazioni e franchigie.
Furono autorizzati a edificare abitazioni denominate « casedde » letteralmente piccola casa, costruzioni a" secco", che potevano essere abbattute in pochissimo tempo, sparpagliando le pietre nel terreno, in caso di controlli da parte degli ispettori del Re, in modo da evitare il pagamento dei tributi, come previsto dal regio decreto "Prammatica de Baronibus".
Nel corso del XVII secolo, il borgo, ebbe il periodo di espansione più importante sotto la guida di Giangirolamo Acquaviva, detto il Guercio di Puglia", che nel 1609 ,edificò la prima cappella. Nel 1644, il Duca di Martina , geloso ed invidioso dell'espansione di quei territori, denunciò al Vicario del Re, che il Conte Gian Girolamo aveva violato le regole "Prammatica", facendo costruire appunto il casale.
Per evitare sanzioni, il conte ordinò a tutti i coloni di abbattere in una sola notte tutte le " casedde" e di allontanarsi, fino all'arrivo dell'ispettore del re che in effetti non constatò nulla di anomalo. Casedde che furono poi ricostruite. Dopo un periodo di tirannia e di crudeltà dei Conti che trattavano i coloni alla stregua di schiavi, nel 1797 il re Ferdinando IV di Borbone, ascoltando le sollecitazioni di alcuni intraprendenti ed influenti abitanti, con apposito decreto del 22 giugno 1797 rese il villaggio libero e fu dato a quella piccola comunità l'appellativo di Città Regia.
Tra i trulli più importanti da visitare ad Alberobello vi è:
il trullo Sovrano che è a due piani e ospita un museo, il trullo Siamese, composto da due coni, con due ingressi separati su strade diverse.
La leggenda narra che anticamente questo trullo era abitato da due fratelli che a loro insaputa, si erano innamorati della stessa fanciulla. La ragazza inizialmente aveva giurato fedeltà al fratello maggiore, ma poi invece si era innamorata del minore.
Questo portò ad una convivenza litigiosa fra i due, fino a quando il più grande, contando sulla legge di primogenitura, voleva cacciare via i due giovani, ma il fratello minore, reclamò la sua parte di trullo che da quel momento fu diviso.
Il fratello minore, allora, fece aprire una porta sul retro che dava su un' altra strada, il trullo Siamese, infatti, oggi si distingue per la sua caratteristica forma doppia: ha due prospetti che si affacciano su due strade diverse);
Percorrere le vie di questo splendido luogo, tutte in salita e discesa, camminare tra queste costruzioni, i trulli, nati in un periodo storico in cui non era permesso agli abitanti di avere una casa fissa, è stato come essere catapultati in un altro mondo, dove capacità di adattamento e una eccezionale ingegnosità, ha creato un luogo magico con case fiabesche.
Posso solo terminare questo post con una frase scritta da Gabriele D’Annunzio incantato davanti ai trulli di Alberobello: “Mi sveglio e vedo un paese di sogno, come se dormissi tuttavia”, questa, è Alberobello!
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